13 Questa è la storia di un salvataggio e come tutte le storie comincia così: C’era una volta un architetto che per passione ama restaurare barche antiche. Più sono nobili e di trascorso leggendario, più si trovano in stato d’abbandono, più inteneriscono il suo cuore. Così vengono adottate. Poi, grazie a un restauro globale di maniacale attenzione e cura, vengono riportate a novello splendore e con il varo tornano a essere regine del mare.L’incontro Sulla murata, ad uno sguardo più attento si rivelò il dettaglio che confermava i nobili natali, una linea gialla che termina con la sospensione dei tre punti. Nel Codice Morse corrispondono alla lettera S, e nel mondo nautico rappresentano la firma di una leggenda, il marchio inconfondibile dei Cantieri Sangermani Nella primavera del 2015, nel porto campano di Agropoli viene ritrovato in triste oblio e in completo stato di abbandono uno splendido Ketch bermudiano: Sahib.5 Già in lontananza si legge l’eleganza di linee sinuose, la fascinosa silhouette, inconfondibile ad un occhio esperto, che ne tradiva l’altero profilo. Uno dei più gloriosi cantieri della storia navale italiana, specializzato nella progettazione e costruzione di barche classiche a vela interamente realizzate in legno, apprezzato e ben conosciuto a livello internazionale, onore e vanto antesignano del “made in Italy” Il Sahib appena giunto sull’invaso durante il trasporto in cantiere6 Di Sangermani si disse: «Una vita accompagnata dal vento che gonfia le vele, tende le sartie come corde di violino, con gusci lavorati da sapienti mani che suonano nelle onde con la grazia di uno Stradivari». La nascita di Sahib nei Cantieri Sangermani7 La leggenda del Cantiere Sangermani ha il suo esordio alla fine dell’Ottocento in una botteguccia in riva al mare della Riviera ligure di Levante, quando ottiene un primo riconoscimento ufficiale nel 1906, in occasione di un’importante esposizione nautica. Da quel momento varerà alcune tra le più belle e importanti imbarcazioni italiane, tra cui il Solaro I, splendida 40 metri commissionata dal Palazzo Arcivescovile di Genova nel 1945. L’anno seguente il cantiere si trasferisce nella sede definitiva di Lavagna, da dove il suo prestigio ha raggiunto ogni angolo del mondo, tanto da attirare la collaborazione di architetti di fama internazionale, nomi del calibro di Laurent Giles, Sparkman & Stephens, John H. Illingworth, Angus Primerose, Anselmi Boretti, Reiners, Philip Rhodes, Buchanan, Alan Gurney, German Frers, Carlo Sciarelli e Gary Mull.8 All’apice anche la celebrità dei clienti. Tra tutti la famiglia Rothschild, per la quale è stato progettato lo Yawl Gitana IV, protagonista della memorabile vittoria alla Fastnet Race del 1965 quando infranse letteralmente il record precedente, che era rimasto imbattuto per un quarto di secolo. Vittorie e prestazioni straordinarie, quelle delle imbarcazioni Sangermani, con le vele gonfie di leggenda.9 Ogni barca ha costituito un unicum Ogni barca è stata realizzata interamente a mano Ogni barca ha fatto storia. Sahib è tra queste. Le sue linee filanti sono frutto della matita di Cesare Sangermani Senior per i signori Guido e Silvio Pellerano, come si evince dal libretto originale della costruzione. In tempi più recenti passò nella disponibilità della madre di Giorgio Falck e fu ricoverata presso la Marina di Carrara. Realizzato nel 1956 e varato nel 1957, all’epoca questo due alberi con motore ausiliario fu considerato di grandi dimensioni, con i suoi 22,20 metri di lunghezza fuori tutto. In rovere, olmo, acacia e pitch-pine la chiglia e tutte le parti di maggior resistenza; in mogano il fasciame esterno; in teak la coperta e i paglioli. Per la velatura venne dotato di due rande, una trinchettina, una uccellina e un Genoa.Next >